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FOYER

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 24 del 1.7.2018

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Nel 1982, replicando ad uno dei miei primi articoli, dal titolo “alla ricerca del teatro perduto”, Pier Domenico Clarici significò che a Foligno non c’era bisogno di un nuovo teatro perché bastavano quelli esistenti, cioè i suoi. Lo stesso rispose, in una conferenza stampa di fine anno, non ricordo quale, l’allora sindaco Salari, con vice Mismetti, ad una mia domanda sul tema. Fu l’assessore Barbetti a riesumare la questione, rimasta lettera morta fino a quando, di recente, l’imprenditore e mecenate regionale Brunello Cucinelli da Solomeo di Corciano, non ha detto “mi piacerebbe vedere un teatro importante anche a Foligno”, al che la questione, benedetta da cotanta autorità, è divenuta improvvisamente urgente. Talmente benedetta, che subito l’idea della costruzione del teatro evocato dal Brunello si è miracolosamente palesata nell’area dell’ex zuccherificio della discordia, a contorno della pace scoppiata a sorpresa tra Raggi e Mismetti, dopo lunghi anni di carte bollate. Una coincidenza perfetta però a pensar male si fa peccato ma tutto è bene quel che finisce bene e più non dimandar. Foligno, tuttavia, quanto ad archeologia industriale, non è Assisi, dove il Teatro Lyric degli “Angeli” è stato ricavato dai padiglioni dismessi della ex Montecatini. Qui, di dismesso, sono rimaste giusto due ciminiere, messe in sicurezza per la loro conservazione, che però dovrebbero risultare utili: guarda caso, “ciminiera”, dice Treccani, origina dal francese cheminée, derivazione di caminus, “focolare”, che in francese si traduce foyer. Quindi, in attesa della sala e del palcoscenico, si può ben dire che per il futuro teatro cittadino, il foyer ce l’abbiamo già, anzi due, e così siamo pure un bel pezzo avanti. Staremo a vedere se non sarà solo fumo.

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