L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 13 del 15.4.2018
PARADISO PERDUTO
Eugenio Scalfari su “La Repubblica” del giovedì santo, scrive virgolettato che le anime cattive “non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono, e non possono quindi essere perdonate, scompaiono; non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici”: così gli avrebbe detto Papa Francesco durante “un incontro privato in occasione della Pasqua”. La notizia suscita clamore, poi la Sala Stampa Vaticana dirama una precisazione che Vatican News così sintetizza nel titolo: “Parole del Papa a Scalfari: non una fedele trascrizione”. Su “La Nuova Bussola Quotidiana”, “quotidiano cattolico di opinione online”, il giorno dopo, Riccardo Cascioli scrive che “se l’italiano non è un’opinione vuol dire comunque che dell’argomento si è parlato e qualcosa del genere è stato detto, tanto che si precisa che le parole non sono state trascritte fedelmente”, aggiungendo che occorre “spiegare che cosa ha veramente detto il Papa a Scalfari, spazzando via così ogni ambiguità e confusione sull’argomento”. Aspettiamo fiduciosi. Se l’Inferno diventa oggetto di dibattito ai massimi livelli, nessuna incertezza, per ora, riguardo al Paradiso. Si verificano tuttavia delle incongruenze. A Spello esiste “Via del Paradiso”, che arriva fino al Monastero di Vallegloria Vecchio. L’ultimo occupante, a partire dal 1965, è stato fratel Carlo Carretto con la comunità dei Piccoli Fratelli, fino a quando il terremoto del 1997 non ha lesionato l’edificio già precario, costringendo gli occupanti allo sgombero. Il complesso è ormai fatiscente, in stato di totale abbandono, transennato alla buona, le porte d’accesso murate per impedire che qualcuno si possa introdurre in una struttura pericolante. Non certo un paradiso. Perdurando lo stato di disinteresse e di abbandono, rischia inesorabilmente la rovina. A quel punto, cambiare il nome alla via sarebbe inevitabile. Via del Paradiso perduto.