L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 19 del 28.5.2017
SPELLO IN FLORA
Una novità storica: Papa Francesco sposta dal giovedì alla domenica la processione romana del Corpus Domini, secondo il calendario liturgico italiano anziché quello vaticano. Oltre la liturgia, ci sono problemi di traffico in un giorno feriale ma, di domenica, anche maggiori opportunità di partecipazione di fedeli. A Spello, nessuna novità: la processione domenicale, dopo una notte di fervida veglia, continua ad essere il culmine delle Infiorate. Queste, infatti, da originale forma di devozione ed omaggio, vivono ormai di vita propria, come espressione figurativa, come spettacolo, come elemento di identità civica e promozione turistica locale, come fatto competitivo. Svincolati dall’identità con la processione, in una logica liberista, si infiora di tutto e per tutti, come da fine aprile al primo maggio a San Felice di Narco per una fiera floro-vivaistica o, più di recente, per il presidente Mattarella in visita archeologica a Spello: cercando la rima, una “Infioratella”. A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio, è scritto. Le Infiorate hanno semplificato il concetto: alla processione, una volta l’anno, per dovere d’ufficio; al “cesare” di turno, quando capita, secondo opportunità. Spello ha finito così per definirsi città dei fiori; sarebbe anche città dell’olio ma questa etichetta pare trascurata, pur se restano gli antichi olivi in cima alla torre della Porta Consolare. Non sono i soli alberi sui beni storici cittadini. Altri vegetali, di specie non identificata, stanno crescendo bene sulle Torri di Properzio. Decorativi o simbolici? Né l’uno né l’altro: l’addetto di servizio al monumento ammette candidamente che si tratta solo di “erbacce”. Spello in flora, di tutto, di più.