L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 9 del 12.3.2017
SEGNALI DEL QUATTROCENTO
Ancora sulla Variante Nord, bretella di collegamento tra la SS 3 Flaminia, San Giovanni Profiamma, Belfiore, Vescia, Viale Ancona. Una bretella bisognosa di un’ulteriore bretella, in Via Serena, tant’è che la sua prevista chiusura per soppressione del passaggio a livello fu posta nel limbo da Mismetti, pressato dai residenti che, per passarci in carrozza, accorciando mezzo chilometro a prezzo delle attese del treno e della esigua sede stradale, hanno accampato a pretesto la tutela dei pedoni. Peccato che i pedoni, se deviati per Viale Ancona su pista ciclo pedonale e sottopasso realizzati ad hoc e proseguendo per Via Tiziano, nel tragitto da San Paolo a Sportella Marini farebbero mediamente solo un centinaio di metri in più. Ora, dopo anni, sbarrando il passaggio a livello, via Serena è stata definitivamente chiusa. Come solito, la segnaletica necessaria è stata messa solo pro forma, generando le incertezze e i giri viziosi di rito, essendo quella esistente rimasta inalterata, anche la più antica. Ad esempio, uscendo dalla rotatoria della Variante Nord ed imboccando via Sportella Marini in direzione Capannaccio, si trova ancora il preavviso a 400 metri del divieto ai mezzi pesanti, che risale all’epoca in cui le aree della ex Conceria Fagioli erano ancora utilizzate, i quali mezzi pesanti, però, dopo soli 100 metri legittimi, non potrebbero né proseguire, per il più recente senso unico istituito in Via Sportella Marini dall’incrocio di Via Serena, né svoltare su quest’ultima, dal disastrato ponticello, perché ora è diventata strada senza uscita; come se per un mezzo pesante fare inversione a questo punto fosse facile. Sarebbe più logico se invece del preavviso ci fosse subito il divieto, ma tant’è. Via Serena è tornata serena ma chi percorre le strade di Foligno non guida certo sereno, continuamente alle prese con i trabocchetti sparsi in giro per la città. Se non si trattasse di incompetenza o di negligenza, verrebbe il sospetto che qualcuno ci goda.