L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 30 del 11.9.2016
LA GRANDE SETE
Quest’anno non c’è stata carenza idrica e nemmeno le tipiche restrizioni o razionamenti estivi. Eppure la gente ha sete e va a cercare l’acqua fuori da casa dove, evidentemente, quella dell’acquedotto non soddisfa. La va a prendere dalle fontane pubbliche periferiche, sempre più rare quelle nei centri abitati per il loro progressivo smantellamento, alla faccia dell’acqua pubblica, spesso surrogate da erogatori a pagamento, sia pure con il contentino dell’acqua frizzante. La scena di gente che arriva in macchina e scarica decine di bottiglie o bottiglioni da riempire è sempre più consueta, non mancano le attese. A volte, come nella foto, c’è chi arriva addirittura con più di una tanica da decine di litri. Questa gente, evidentemente, si rifiuta di bere acqua industriale e di unirsi allo stuolo di quelli ormai abituati a trasportare fuori dai negozi decine di bottiglie di plastica impacchettate, anche grazie alla pubblicità sempre più invadente. L’acqua, da elemento, è diventata merce. Forse il motivo per cui l’acqua del rubinetto non deve piacere è facile da ipotizzare: deve girare l’economia.