L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 26 del 6.7.2014
COGLIERE I FRUTTI
La pianta del fico è variamente citata nelle Sacre Scritture fin dall’inizio (Gen 3,7): Adamo ed Eva, “si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” dopo aver mangiato il frutto proibito, che la tradizione tardo-giudaica ipotizza essere proprio il fico e non la proverbiale mela. Nel Vecchio Testamento rappresenta un simbolo di prosperità ed un veicolo di conversione, come anche nel Vangelo (Lc 13,6-9) con la parabola del fico sterile. Sempre nel Vangelo c’è poi il miracolo della maledizione del fico da parte di Gesù (Mc 11,12-14;11,20-21; Mt 21,18-19) che, avendo fame, vedendo un fico da lontano ma non trovandovi altro che foglie, quando non era stagione di fichi, gli disse “non nasca mai più frutto da te” facendolo subito seccare. C’è infine la parabola escatologica del fico (Mc 13, 24-32), i cui germogli sono accostati simbolicamente da Gesù ai presagi della nuova venuta. Forse è per questo che un sacerdote della Diocesi mi ha rimproverato per aver trascurato, come soggetto per questa rubrica, una pianta di fico che lo scorso anno stava crescendo sul campanile della Cattedrale. Credevo che fosse scomparsa ed invece rieccola di nuovo e più rigogliosa. Ora non ho più alibi. Speriamo che il fico della Cattedrale dia evangelicamente buoni frutti, nel qual caso auspico che il sacerdote sappia bene come andarli a cogliere!