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QUINTANETICA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 44 del 18.12.2011

QUINTANETICA

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Di quintanopoli, lo scandalo dei cavalli drogati, non si parla più, o almeno tutto tace, d’altronde nemmeno la Brambilla, che aveva cavalcato le centinaia di pagine di intercettazioni telefoniche emerse dagli atti processuali, è più ministra in carica e quindi non è da escludere un’azione diplomatica in essere con il nuovo corso governativo. Quelli condannati, si dice, sono casi isolati, incidentali. La Quintana è sana. Nata nel 1613 come una carnevalata, è diventata una fede, tanto che si celebra il rito del “battesimo” quintanaro; l’agonismo è degenerato in antagonismo, la competizione in ostilità; si spaccia per spirito cavalleresco quello equestre, tanto che a gareggiare non è il cavaliere ma il “binomio”, l’animale con pari dignità dell’umano; la Città è della Quintana e non più la Quintana della Città. Ne abbiamo continua dimostrazione. Recentemente, nel già tormentato panorama segnaletico cittadino, sono comparsi degli emblemi collocati agli angoli delle vie, ad indicare i confini territoriali dei rioni, che ormai, con lo spopolamento dentro le mura, annoverano la maggior parte dei figuranti per adesione, e non per residenza o per nascita, e che quindi di territoriale, oltre la sede e la taverna, hanno ben poco. Nella migliore tradizione quintanesca, non sempre la collocazione di tali emblemi è stata attenta, come nel caso di Porta Romana dove il simbolo del rione Caontrastanga copre il segnale che indica l’area pedonale urbana. Fatto positivo, copre l’obbrobrio di una incomprensibile indicazione accessoria di limitazione alle biciclette, espressa sotto forma di oracolo. Almeno in questo caso, più che la municipale segnaletica, meglio la quintanetica.

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