L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 32 del 4/10/2009
SFACCIATA
Sono ormai lontani i tempi in cui, per “i Primi d’Italia”, nei luoghi di maggior rilievo storico e di culto della Città, venivano collocati giganteschi monumenti gonfiabili, moderne opere pubblicitarie: archi di trionfo ispirati alla pasta e barattoli enormi, quasi degli obelischi, ispirati al sugo. Opere poi accantonate perché c’è sempre chi tira fuori l’articolo giusto nel momento sbagliato e così rovina la festa. Però, che nostalgia! Sarà forse frutto di questo rimpianto, di questa aspirazione ad imprimere nella città un segno visivo, oltre piatti e forchette, che, come sulla facciata ancora in cantiere post sismico del Palazzo Comunale sono state esposte “scenografiche gigantografie”, in Largo Carducci, a ridosso delle Canoniche e di San Feliciano, è stato eretto un monumento non alla pasta, ma allo spettacolo di massa. Un enorme palco nero, coperto, totalizzante, che già da Corso Cavour si impone alla vista, la cattura e fa palpitare per la sua presenza così incombente ed inquietante. Una moderna macchina di luci e di suoni per dare voce e visibilità a chi vi si esibisce, che lo avvolga e lo esalti come unico soggetto di interesse e di attenzione. In questa logica, anche una faccia-ta sia pure “secondaria”, una cupola, un campanile, come quelli del Duomo, con la loro maestà e la loro proiezione verso l’alto e l’Altissimo, possono diventare elementi estranei. Meglio oscurarne la vista. La festa, lo spettacolo, non possono ammettere distrazioni. Meno che mai dal cielo.