L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 24 del 29/6/2008
LA FINE DEL MESSE
Ormai, da molto prima delle elezioni, da destra e da sinistra, da radio e televisione, siamo bombardati da un tormentone implacabile: la gente non arriva alla fine del mese. Ovviamente con i soldi dello stipendio o della pensione. Le spese cui far fronte sono molte e spesso alte, specie se si paga l’affitto di casa, alcune in continuo e forte aumento, come quelle per gli alimentari ma soprattutto per l’energia ed i carburanti, anche se il prezzo del petrolio, se convertito in euro e di cui nessuna parla, è aumentato molto di meno di quello di cui invece tutti straparlano, espresso in dollari. Seppure ci sia molta gente che vive davvero nell’indigenza, raramente si dice che molti dei nostri consumi sono allegri e disinvolti, spesso condizionati da un mercato che ci fa il lavaggio del cervello che ci induce allo spreco ed allo sperpero senza ritegno. Lo si può capire dai cassonetti dei rifiuti dove, oltre a quelli alimentari che teoricamente sfamerebbero chissà quanta gente del terzo mondo, si possono trovare scarti di beni in perfetto stato, buttati solo perché non piacciono più, perché passati di moda o perché hanno lasciato posto all’ultimo modello, come oggetti tecnologici, capi d’abbigliamento o, come nella foto, scarpe, magari pagate a caro prezzo e che non vengono più messe. In questo caso, per assurdo, a non arrivare alla fine del mese sono proprio loro.