L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 7 del 17/2/2008
SISMURACRO
Dieci anni dopo si continuano ad aprire cantieri post sisma e si continuano a demolire, a radere al suolo case per ricostruirle ex novo, laddove sul cartello lavori, che è pubblico, viene scritto in bella calligrafia che si tratta di “riparazione danni e miglioramento sismico”. Riparazione di quali danni, se la casa viene demolita? Miglioramento di cosa, se si ricostruisce di sana pianta? Eppure i cartelli lavori, e di conseguenza le concessioni edilizie, sono formalmente ineccepibili, tecnici e proprietari pienamente in regola. Basta infatti non demolire tutto fino all’ultimo mattone ma lasciare in piedi un muro simbolico per far risultare formalmente che esiste ancora un edificio da riparare e migliorare, anche se attorno si gettano nuove fondamenta e tonnellate di cemento armato da zero. Più che un edificio, un simulacro. Quando si tende all’astratto rispetto della forma, la burocrazia diventa solo vuota ipocrisia. E i cittadini si adeguano. Questa è l’Italia.