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C’E’ POCO DA RIDERE

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 23 del 19/6/2005

C’E’ POCO DA RIDERE

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Causa infortunio ad un piede, ho dovuto di recente usufruire del Pronto Soccorso cittadino. Nell’attesa, non ho potuto fare a meno di leggere e rileggere l’avviso esposto che indica le regole di precedenza in vigore per accedere agli ambulatori, sulla base della gravità valutata al momento dell’accettazione. In caso di “emergenza”, “codice rosso”, “non c’è attesa”, “l’ingresso ed il trattamento negli ambulatori è immediato”. In caso di “urgenza”, “codice giallo”, “l’ingresso ed il trattamento negli ambulatori avviene dopo i codici rossi” ed “il tempo di attesa è minimo”, nella scritta in inglese “very short wait”, attesa molto breve. Sì, ma “minimo” quanto, molto breve quanto? Ovviamente dipende da quanto è grave l’emergenza del codice rosso, e da quanti altri pazienti sono in condizioni di codice giallo, ma il messaggio è ottimistico a prescindere. Entrambi i codici, rosso e giallo, sono illustrati con la stessa identica faccina imbronciata, nonostante la gravità sia diversa. Faccina serena, invece per chi ha una “urgenza relativa”, in inglese “non urgent problem”, “problema non urgente”, traduzione più appropriata alla casistica successiva, “situazione che non ha nessuna urgenza”, quella del “codice bianco”, dove la faccina è invece addirittura sorridente. Codice bianco, faccina sorridente, perché? Ci si trova in un pronto soccorso ospedaliero, dove non si assiste certo a scene divertenti; c’è da aspettare non si sa quanto tutti quelli che hanno gravità maggiore, rossa, gialla e verde; c’è da pagare il ticket; comunque sia si soffre per un proprio malanno o malessere, da curare o da controllare. Forse, nelle intenzioni di chi ha concepito questo cartello, chi ha il codice bianco dovrebbe ridere perché, in ogni caso, c’è sempre qualcun altro che sta peggio. Ma che bella soddisfazione!

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